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DL Cura Italia: escluse dal Decreto le norme necessarie per garantire la gestione dei rifiuti

“Il DL Cura Italia appena approvato con voto di fiducia dall’Aula del Senato dimostra una volta di più la scarsa attenzione di Governo Parlamento al settore della gestione dei rifiuti, che rientra tra i servizi essenziali non interrompibili e che in questa emergenza risulta particolarmente stressato ed esposto ai rischi di contagio, specie nelle zone più colpite dal COVID-19. Abbiamo invano chiesto al Governo e al Parlamento, per salvaguardare la salute dei cittadini e fermo restando il vincolo che i rifiuti siano gestiti senza pericoli per l’ambiente, una serie di misure straordinarie di tipo sanitario, operativo ed economico.
Per evitare il blocco della filiera del riciclo oggi sono necessari interventi urgenti. Le imprese sono allo stremo”.

Così Andrea Fluttero, Presidente di FISE UNICIRCULAR (Unione Imprese dell’Economia Circolare), commenta il mancato inserimento nel DL Cura Italia delle misure necessarie per gestire al meglio l’attuale fase di emergenza per la gestione rifiuti.

Il provvedimento non fornisce risposte alle quattro principali richieste avanzate dalle imprese del settore:
1. riservare alle aziende che gestiscono i rifiuti un adeguato stock di dispositivi di protezione individuale adatti alle specifiche esigenze lavorative, al fine di poter operare in piena sicurezza;
2. prevedere maggiore flessibilità sulle scelte organizzative ed operative degli impianti, necessarie per sopperire alle carenze del personale addetto e a particolari esigenze determinate dal contesto emergenziale, come l’aumento degli stoccaggi causa lock-down degli impianti a valle della filiera (acciaierie, vetrerie, industrie della trasformazione del legno, della plastica ecc.);
3. introdurre specifici sistemi di garanzia a supporto della liquidità delle aziende, in particolare se penalizzate dall’ulteriore rallentamento dell’attività e dei pagamenti da parte delle P.A e delle stazioni appaltanti;
4. ultimo, ma non meno importante, una moratoria, che vada oltre luglio 2020, per le prossime scadenze degli adempimenti amministrativi a carattere ambientale.

“Le uniche norme previste dal Decreto”, conclude Fluttero, “in favore dell’economia circolare riguardano l’aumento della durata e dei quantitativi massimi per il deposito temporaneo (inserito in Commissione Bilancio grazie a un emendamento della Sen. Gallone) che interessa i produttori dei rifiuti e la proroga di tre mesi, nell’ambito di quella generale, delle autorizzazioni ambientali in scadenza tra il 31 gennaio ed il 31 luglio, inserita sempre in Commissione grazie a un emendamento a firma Bernini e D’Arienzo. Apprezzabili segnali di attenzione al settore nel totale vuoto di ascolto da parte del Governo che deve fare di più per le attività di gestione rifiuti, strategiche nell’ottica dell’economia circolare. Auspichiamo che nei prossimi provvedimenti le esigenze degli operatori vengano recepite  per agevolare il rientro in condizioni di normale operatività”.
 

» 09.04.2020

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